È uscita la seconda parte dell’intervista! Ascoltala qui sotto.
Mappa di comunità: riscoprire la propria città attraverso gli occhi di tutti

“Sassari. Una mappa di comunità” è questo il nome del laboratorio che vi presenteremo nell’intervista di oggi, condotta dal nostro Patrick del laboratorio WeAreRadio, offerto gratuitamente dal Comune di Sassari e le associazioni Ginquetas e Officine Condivise, nell’ambito del progetto LGNetEA.
Questa intervista sarà divisa in due parti, per dare spazio a più voci del laboratorio tra partecipanti e referenti.
Un modo per avere più informazioni, pensieri e opinioni differenti che possano aiutare a capire e comprendere meglio cosa effettivamente sia il laboratorio “Sassari. Una Mappa di Comunità”.
Nella prima parte (che potete vedere a questo link o ascoltare su Spotify) sono state nostre ospiti Giulia, referente di laboratorio, e Francesca, partecipante, in una piacevole chiacchierata per approfondire la natura del laboratorio e il modo in cui è stato vissuto.

Nel laboratorio “Mappa di Comunità” i partecipanti hanno avuto il compito di realizzare una mappa che non è fatta di strade, indicazioni, o di natura urbanistica, ma una mappa che racconta la visione della città dei ragazzi e delle ragazze.
Una mappa fatta di emozioni, sensazioni e ricordi personali, che, intersecati tra loro, permettono di vedere la città da una nuova prospettiva, ragionando su luoghi e tradizioni stratificate nel tempo, su ciò che manca, ciò che c’è e che andrebbe valorizzato.
I ragazzi si sono confrontati tra loro per diversi mesi, al fine di capire come realizzare una rappresentazione tangibile di tutte queste sensazioni, e, finalmente, hanno potuto farlo insieme, in presenza dopo svariato tempo trascorso in DAD per via dell’emergenza sanitaria.
Guarda qui il video completo della prima parte su YouTube:
Ascolta il podcast integrale della prima parte su Spotify:
Ma com’è nata l’idea di una “Mappa di Comunità”?
L’idea di una mappa di comunità risale agli anni 80’, con le “Parish maps” inglesi, che si sono successivamente diffuse in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di formare una mappa con le proprie emozioni, ricordi e pensieri, ma anche di dare valore ed importanza al patrimonio culturale, ai luoghi e ai monumenti che dovrebbero essere valorizzati e riscoperti.
“[…] Ad esempio, lo sapevi che c’è un museo in Piazza Santa Caterina? […]”
Così è intervenuta la referente, Giulia, a un certo punto dell’intervista, facendo notare come spesso molti luoghi della città risultino un mistero persino per chi la abita.

Per arrivare al loro elaborato, i ragazzi e le ragazze hanno prima dovuto analizzare tutti i tipi di mappe, rispondere a questionari relativi alla loro conoscenza di Sassari e delle sue tradizioni, prendere spunto dalle altre mappe di comunità già note e, soprattutto, confrontarsi a vicenda riscoprendo l’importanza del dialogo e dello stare insieme.
Tutto questo lavoro di gruppo dopo anni di lockdown, distanziamenti, restrizioni e crisi è stato quasi come una rinascita per i ragazzi e i referenti del laboratorio.
“È stato difficile perché ci siamo chiusi in noi stessi a dire la verità, quindi avere a che fare con persone che sono completamente diverse da noi e dare spazio ai nostri pensieri ed esporli a qualcun altro è stato sorprendente e anche difficile, perché non sempre siamo andati d’accordo, però ci ha aiutato veramente tanto.”
Queste le parole di una delle partecipanti, che come tutti gli altri ha dai 16 ai 18 anni.
I referenti però non si sono lasciati buttare giù dalla loro età e anzi, essendo anche loro “giovani” (😝) si sono trovati molto bene.
Anche i contrasti e i disaccordi sono stati un bagaglio fondamentale del costante confronto, elemento imprescindibile per il raggiungimento del risultato, in un ambiente comprensivo, ricco di empatia e libero dal giudizio, in cui tutti si sono sentiti a casa.
Laboratori come questo offrono una possibilità di crescita interiore, ma anche speranza e nuove prospettive verso il futuro, il mondo del lavoro e le esperienze lavorative.
Sapere che ogni ragazzo o ragazza con pensieri e vedute diverse e personali fosse il benvenuto è stato un elemento chiave per la creazione finale del progetto e la coesione del gruppo, in cui ogni partecipante ha plasmato e modellato con il suo contributo il risultato finale.
È uscita la nuova intervista in cui Patrick parla con Andrea, un altro referente, e Giada, un’altra partecipante, guardala qui sotto.
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Non spoileriamo oltre, se siete interessati a saperne di più di questa intervista potete trovare il video completo su YouTube o ascoltarlo su Spotify.
Buona visione e alla prossima!
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