In quel di Abbabula
Dicono che il momento migliore per esternare le proprie emozioni sia a caldo, appena si vivono, ma non è sempre così. Ad ormai più di una settimana da quell’ultima serata, siamo qui a servirvi su un piatto freddo, ma in realtà ancora tiepido, le nostre emozioni che si sono già trasformate in ricordi indelebili.
Eravamo ancora in zona arancione quando al nostro quartier generale è arrivata una proposta di collaborazione unica nel suo genere. È stata una call improvvisa a darci l’annuncio: Le ragazze terribili ci vogliono con loro al Festival di Abbabula! Boom, bomba sganciata! Molti di noi erano preoccupati, ma con tanto carisma e voglia di mettersi in gioco, altri erano già pronti con le mega Canon a catturare gli scatti migliori e altri ancora già sognavano ad occhi aperti di vivere un concerto da vicino, come mai prima d’ora.
La paura di essere privati della nostra grande occasione estiva non ci ha scoraggiati: muniti di tutte le precauzioni possibili abbiamo passato il mese che precedeva il famoso Festival a creare più contenuti possibili, mettendo sul tavolo tutte le nostre potenzialità e tutta la nostra fantasia.
Quante riunioni e quante Poke, piadine, panini e quante birrette e caffè abbiamo mangiato e bevuto tutti insieme per lunghe settimane, ma ad oggi, possiamo dire che n’è valsa la pena! E vogliamo parlare di quando ci hanno svelato i nomi degli artisti che sarebbero saliti sul palco del Festival? Quanto è stato difficile contenere l’entusiasmo, infatti non l’abbiamo fatto, era impossibile, siamo giovani!
Ma bando alle ciance, è il 28 luglio e Piazza d’Italia è gremita di gente, attendono tutti lui, il famoso cantautore Samuele Bersani. Dopo l’anno passato, rivedere le luci accese di un palco, suoni potenti uscire dalle casse e tutta quella gente con gli occhi lucidi della ripartenza, hanno commosso anche noi. Otteniamo i Pass con i nostri nomi, oh, sveglia ragazzi, siamo dello Staff: la security non ci può allontanare dal palco, possiamo avvicinarci all’artista per inquadrare il suo profilo migliore e addirittura contargli i capelli bianchi e nessuno ce lo può impedire. E quando ci ricapita una cosa del genere! Ma la professionalità prima tutto, ognuno ai posti di combattimento.

Il ghiaccio è stato rotto, ci aspettano altre quattro super serate.
Il 29 luglio si cambia genere. È il turno della dea internazionale, Fatoumata Diawara! Ci siamo spostati in Piazza Moretti stavolta, e lì siamo restati fino all’ultima serata. I pass cambiano volto, ma rimangono i nostri nomi. Assistiamo al soundcheck come se fosse anche un nostro riscaldamento emozionale, della serie “oggi verrà giù il palco, sei pronta/o!”
Intervistiamo chiunque ci sorrida, anche dietro la mascherina lo vediamo, certo! Ormai abbiamo imparato a leggere lo sguardo, siamo multitasking! Chiediamo loro che effetto fa tornare ad un concerto dal vivo dopo tanto tempo, ma in realtà tutti come noi non potevano ancora crederci!
Apre il concerto Carol Mello, un’artista brasiliana molto gentile e disponibile, che ci ha prestato qualche minuto del suo tempo per un’intervista e una foto con tutto il team. La sua voce accende la serata, è quella scintilla giusta per far divampare l’entusiasmo successivo.

Fatoumata fa esplodere la platea, impossibile restare a guardare, la sua musica è l’anima di un ballerino scatenato che si impossessa immediatamente di ogni persona del pubblico, e anche di quei fotografi a bordo palco che devono trattenere l’istinto… che poi saremmo noi!
Ma una regola non scritta dice che gli editor del gruppo devono lasciarsi rapire dall’anima del Festival, se no che raccontano poi? Inutile dire che io questa regola l’ho rispettata dall’inizio alla fine, e credo che l’anima di quel ballerino non voglia più lasciare il mio corpo. Ma questa è un’altra storia!
Dopo una serata di cultura africana ci guardiamo soddisfatti e ci diamo appuntamento alla grande serata del 30 luglio: Ariete, ragazze e ragazzi, la giovane artista del momento!
La fascia d’età cambia, un’onda di ragazzine con il cappellino e la maglietta omonima, (che potevano benissimo essere Ariete in persona camuffata), ha inondato la piazza come uno tsunami.
Il momento migliore della loro adolescenza lo ricorderanno così, di fronte al loro idolo ad urlare e piangere perché a quell’età le emozioni non si devono controllare. Abbabula dona sempre tanto, e noi ne eravamo i testimoni.
C’erano anche alcune madri con le proprie figlie, e ho immaginato una cosa del genere: “Mamma, il 30 luglio al Festival di Abbabula canterà Ariete, posso andare?”
“Chi?”
“Ariete, quella della pubblicità del cornetto Algida”, e pensare che in realtà lei è la colonna sonora del primo bacio di Ilaria ed Elisa, del cuore spezzato di Claudia e delle spiaggiate del gruppo di amici del chiosco di Stintino che a fine estate si dividerà per andare a studiare fuori. Ed è subito Summertime!
Il 30 luglio, a noi di AreUradio, ci ha tolto il fiato, è stata la nostra presa di coscienza. Questo mondo è bello, chi vuole può creare tutto, siamo persone in cerca di cose belle!

Il 2 e il 3 luglio, mentre indossavamo fieri le magliette di Abbabula, tutte uguali, ci siamo sentiti davvero parte di questo grande evento sassarese che da anni ha portato artisti di ogni genere e fama.
Abbiamo scattato le ultime foto agli “Uomini in Frac”, raccolto i nostri ultimi ricordi come valigie, ma soprattutto, ci abbiamo pensato tutti la stessa cosa: siamo un vero Team!
Sul palco hanno continuato ad esibirsi i nostri artisti sardi come Astro, Bluem, Claudia Canu, La Plonge, per tornare alle origini, per urlare: “Hey, questa è la nostra Sardegna!”. E poi lui, Low red, che con un “Ok Mario” ha lasciato la sua impronta rap sul palco. Ci ha fatto saltare ed urlare come se non ci fosse una mascherina ad impedirlo. E noi, team di giovani che vogliono dare voce proprio ad altri giovani, non potevamo che essere nel posto giusto!


Questo è stato il nostro Festival Bar, Battiti Live, eravamo in diretta con l’Italia davanti allo schermo di un cellulare. Volevamo dire alla gente quanto fosse bello essere lì, cosa stava succedendo in quella piazza, dove finalmente si poteva respirare un po’ di sana libertà, sfiorare la felicità con un dito e far finta che il tempo passato a casa ad ascoltare i nostri artisti preferiti su Spotify per essere pronti a cantare insieme a loro al grande concerto, era solo perché tutto questo potesse realizzarsi.
Il bello di questi eventi è che si conoscono tante persone. È bello salutarsi a notte fonda e ritrovarsi il giorno dopo, con la stessa maglietta e badge a riempire un’altra scheda SD piena di esperienze, ricordi e tanti sorrisi ripaganti.

Alcuni di noi hanno scoperto il lavoro dei propri sogni, quando si è trovato a fissare la console piena di pulsanti luminosi di un fonico, o di un addetto alle luci. Qualcuno si è reso conto che forse quel cassetto deve essere riaperto e seguire la strada che lo avrebbe portato a diventare un manager. Abbiamo anche conosciuto artisti emergenti e assistito alla loro prima volta sul palco di un grande Festival, ad aprire il concerto del proprio idolo. Ecco, tutto questo per noi è stato il Festival di Abbabula. Non ringrazieremo mai abbastanza Barbara e le sue “Ragazze Terribili” per questa grande opportunità.
E va bene, basta con i sentimentalismi. L’ultima ora dell’ultima serata si è conclusa in birra!

Testo di Dalila Speziga
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