Are you Pride?

Un viaggio nel mese del Pride

Bentornat* car* viaggiator*! Oggi tappa a sorpresa, potete vestirvi come volete, liberi di essere ciò che desiderate, anche unicorni. Avete già capito? Siete mai stati all’interno di un arcobaleno? Nemmeno noi, ma dentro una bandiera di tutti i colori sì e porteremo anche voi.

In occasione del Pride Month, la nostra rubrica “Nel tempo di un mirto” insieme a “Noi Barbari”, rubrica di attualità, ci occuperemo della cultura Drag in tutte le sue “favolose” sfaccettature.

Ma facciamo un passo indietro, come da nostra tradizione. Cosa è il Pride e perché gli è stato dedicato il mese di giugno? Cosa succede oggi?

Pride: l’orgoglio di essere sé stess*

In questo mese si celebra ufficialmente l’orgoglio della comunità LGBTQIA+, ovvero Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e il termine Queer, prettamente politico, con il quale si riconoscono coloro che rifiutano le tradizionali identità di genere e le categorie sopra elencate. In conclusione Intersessuali e Asessuali e con il + si intende tutti gli altri generi meno definibili, allo scopo di includere tutti.

La notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 successe qualcosa che cambiò la storia, fu la goccia che fece traboccare il vaso della pazienza, se così vogliamo chiamarla. Durante una delle classiche retate della polizia in un locale gay di New York, lo Stonewall Inn, in cui molti dei presenti vennero accusati di indecenza solo per il loro orientamento sessuale, decisero finalmente di ribellarsi. Da quel momento smisero di nascondersi e si riversarono nelle piazze a manifestare per i propri diritti. Nacquero così i “moti di Stonewall” che a catena battezzarono anche il movimento LGBTQ+ e il Gay Pride.

Drag: l’espressione di generi e culture

In prima linea nelle piazze di New York c’erano le Drag Queen, tra le quali la famosa Marsha P. Johnson, con i loro originali slogan contro la polizia. Ma chi sono in realtà le Drag Queen? 

Occorre fare una distinzione tra Drag Queen e Drag King. Con il primo termine si indicano quegli artisti che si esibiscono in diversi tipi di spettacoli, dal cabaret ai canti, indossando abiti femminili e con il viso truccato. Mentre al contrario, le Drag King sono donne che si esibiscono in abiti maschili.

Queste ultime di solito formano una band, mentre le altre sono delle vere star soliste. Il termine Drag deriva dall’inglese “Dressed Resembling A Girl”, ovvero “vestito come una ragazza”; in Italia si tende ad utilizzarlo anche senza l’aggiunta di Queen, che invece nei paesi anglosassoni fa riferimento agli atteggiamenti regali delle stesse.

Spesso si utilizza un termine errato per parlare delle Drag, ovvero “travestito”, la differenza sostanziale sta nel fatto che se un travestito si veste da donna nella vita di tutti i giorni, la Drag lo fa solo per spettacolo e in occasioni specifiche.

Restando su questo argomento facciamo un salto in Sardegna, al museo Man di Nuoro di preciso, che ospita una mostra molto particolare della fotografa Lisetta Carmi. Perché questa citazione, vi starete chiedendo. Oltre ai suoi numerosi scatti naturalistici, di vita privata e lavorativa in giro per i paesini sardi, Carmi ha dedicato il suo tempo e la sua arte anche alla quotidianità di coloro che chiamava “I travestiti”. Negli anni ’70 realizzò così un libro fotografico con circa 150 scatti in bianco e nero sull’identità di genere che fece scandalo.

Il movimento Drag nasce nei teatri, quando solo gli uomini potevano recitare, cosa non consentita alle donne o a chi volesse interpretare ruoli femminili. Alcune fonti testimoniano che erano già presenti anche nell’antica Grecia e all’epoca di Shakespeare. Gli spettacoli Drag diventarono una vera e propria arte performativa e con il tempo questa cultura si diffuse in più paesi, soprattutto a Los Angeles e New York.

Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera (icona del movimento LGBT in seguito ai moti di Stonewall del 1969)

Dal palcoscenico al grande schermo: il successo delle Drag

Presto anche il cinema si è aperto al mondo Drag, possiamo citare alcuni film famosi come: “Il vizietto” del 1978, “Priscilla, la regina del deserto”. Per quanto riguarda invece il piccolo schermo, famoso è il reality show statunitense “Drag Race” di Ru Paul, in cui un gruppo di drag queen si sfida a colpi di tacco sul palco, la migliore viene incoronata America’s Next Drag Superstar.

È piuttosto evidente la differenza con l’Italia, in cui questa cultura non è ancora così affermata.

Esiste però un concorso, che ogni anno dal 2003 si tiene a Torre del Lago Puccini all’interno dell’evento Torre del Lago Pride Village, chiamato Miss Drag Queen Italia. 

E dopo questo breve spaccato storico arcobaleno, è arrivato il momento di darvi la notizia che tutti stavate aspettando. Ebbene sì, abbiamo intervistato per voi una delle più conosciute Drag Queen del sassarese… Signore e signori e asterischi compresi, lei è la favolosa Darla Fracci, parente della grande ballerina di danza classica? Lo scoprirete.

Abbiamo pensato: “chi più di una vera Drag potrebbe spiegare questa particolare cultura?”

Il nostro incontro con lei è stato molto divertente e colorato, come una chiacchierata tra amici!

Darla ci ha raccontato la sua storia, da quando circa undici anni fa è entrata nel mondo Drag. Negli anni ha potuto notare l’inclusione del mondo etero, ovvero l’apertura a questa cultura particolare, nonostante la mentalità conservatrice/tradizionalista della Sardegna; e a tal proposito ci ha confessato di non aver mai avuto esperienze negative.

Ma basta spoiler, l’intervista completa la trovate su YouTube

Vi ricordiamo inoltre che potete trovare il podcast anche su Spreaker e di continuare a seguirci sui nostri canali Facebook e Instagram!

Al prossimo viaggio, unicorni!

Per la realizzazione di questo articolo si è preso spunto da diversi siti:

https://www.clicknotizie.it/movimento-drag-la-storia-le-radici-e-lo-scenario-attuale/

Wikipedia

https://viaggi.corriere.it/eventi/cards/pride-month-perche-giugno-mese-orgoglio-gay/

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