
La Sardegna è “solo” mare?
Quando si pensa alla Sardegna le prime cose che vengono in mente sono le spiagge di sabbia bianchissima, l’acqua cristallina e tramonti meravigliosi in riva al mare. Ma la Sardegna è “solo” questo? Decisamente no!
Terra di antichi popoli e tradizioni, come la definisce Grazia Deledda: “siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.”
Insieme alle meraviglie marine, la Sardegna è un’isola ricca di usanze e storia da scoprire anche nei paesini interni, spesso sconosciuti agli stessi Sardi.
La piaga dello spopolamento
Che in Sardegna si stia andando incontro a un processo di spopolamento, lento ma inesorabile è cosa nota a tutti.
Il fenomeno dello spopolamento è stato ampiamente studiato da demografi e sociologi: 31 dei 377 comuni della Sardegna rischiano di estinguersi entro 60 anni e oltre 250 sono interessati da dinamiche di spopolamento (Fenu et al., 2017). Ogni anno, il numero di persone che abitano e vivono questi paesi diminuisce sempre più, finché anche i servizi fondamentali come la scuola, la farmacia o l’ufficio postale, scompaiono. E questa è causa e conseguenza diretta dello spopolamento. Tuttavia, nonostante le loro piccole dimensioni, questi borghi sono spesso animati da realtà imprenditoriali e culturali che ne tengono viva l’economia. (fonte: https://www.sardiniaspoptourism.it/lidea/)
Eppure sembra che pochi si siano chiesti quale sia la strategia da adottare per far sì che ci sia un’inversione di tendenza: cosa aiuterebbe gli imprenditori sardi a restare in patria e per esempio dar vita a una propria azienda qui?
La risposta di SardiniaSpop Tourism

A questa domanda hanno provato a rispondere sei giovani donne sarde che nel mezzo della pandemia hanno dato vita al progetto SardiniaSpopTourism. “6 more senza benda, con lo sguardo rivolto all’orizzonte”” così sono state definite Claudia Licheri, Annalisa Loddo, Claudia Puligheddu, Nicoletta Galisai, Sabrina Tomasi, Clelia Porcheddu.
Queste sei ragazze sono “ritornanti”, cioè si sono formate e hanno studiato fuori dalla Sardegna per poi ritornare, desiderose di lavorare nella Sardegna rurale, tendenzialmente trascurata in particolare da parte dei giovani.
A causa della pandemia e della distanza fisica che essa ha generato, i loro primi incontri si sono svolti in chiamata virtuale. Confrontandosi hanno compreso di voler dar vita a un progetto con l’intenzione di valorizzare le piccole realtà imprenditoriali rurali per comunicarne a tutti la bellezza e la ricchezza delle comunità che le abitano, valorizzando il capitale sociale degli imprenditori.

Le quattro more
Il logo di SardiniaSpop tourism è la rivisitazione in chiave POP della bandiera Sarda, i “Quattro mori”, con LE “quattro more”, con la benda ben sollevata, come a sottolineare gli occhi ben aperti e lo sguardo rivolto verso tutte le meraviglie, anche quelle più nascoste, che la Terra Sarda offre.
Come comunicarlo?
Il simbolo è a forma di francobollo, perché l’idea alla base del progetto è quella di far conoscere aziende e produttori attraverso le cartoline che scrive chi vive la quotidianità di quei luoghi, i gestori delle aziende che sono situate nei paesini più piccoli, al di sotto dei 3000 abitanti. “Cartoline di chi resta per chi viaggia”, coloratissime, che trasmettono già a prima vista la bellezza di queste realtà virtuose e permettono ai viaggiatori, sardi e non, di conoscere le esperienze e le emozioni che possono vivere in queste località. La particolarità delle cartoline di SpopTourism è che non è il turista a mandarle ma lo stesso imprenditore a mandarle come invito al turista. Vi invitiamo ad andare a vederle nel loro sito!


Le ragazze, si recano personalmente a visitare le varie aziende, “piccoli baluardi di resilienza”, che quotidianamente si prendono cura del territorio che abitano, producendo arte e cultura.
L’importanza delle relazioni
La parola chiave all’interno di questo progetto è “relazione”, prima di fiducia, umana, tramite cui le ragazze di SpopTourism e i produttori si conoscono e creano una sinergia, come base per costruire un tessuto produttivo per valorizzare le eccellenze del territorio. Loro raccontano la loro storia, le loro idee, i loro valori.
I vari imprenditori che lavorano nei settori del turismo, dell’accoglienza, enogastronomia, artigianato, nelle aree rurali vengono mappati al fine di creare queste connessioni e favorire le conoscenze reciproche creando momenti comunitari a cui gli imprenditori saranno invitati.
Tuttavia non vogliamo svelarvi troppo: vi invitiamo ad andare a sentire l’intervista che abbiamo fatto a Claudia e Clelia; ecco a voi i link:
Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=p6BbSjSsBjI&t=19s
Spreaker: https://www.spreaker.com/user/areuradio/intervista-spoptourism-1
Vi lasciamo anche il link del sito di SardiniaSpopTourism così che possiate andare a visitarlo ed eventualmente accogliere l’invito che le ragazze hanno lanciato agli imprenditori che abitano in paesini sardi che hanno meno di 3000 abitanti, cioè di contattarle per entrare nella rete di SardiniaSpopTourism. Tutti i contatti sono reperibili nel sito di Sardiniaspop Tourism: https://www.sardiniaspoptourism.it/
Grazie dell’attenzione, a presto!
Scritto da Letizia Pala
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