
La rivoluzione giovane
In occasione della Settimana Europea per la Gioventù abbiamo scelto come primo tema da affrontare quello dell’impatto umano sul cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico è in atto e lo si percepisce: non ci sono più le mezze stagioni, la temperatura media ha subito degli innalzamenti e abbassamenti innaturali. Come ben sappiamo tutti, questa problematica è al centro di numerosi dibattiti da ormai qualche anno, da quando si è presa consapevolezza dell’impatto che le nostre vite frenetiche hanno sul sistema ambientale.
Sempre più giovani si sono attivati affinché anche gli adulti e i governatori agissero vista la gravità della situazione in cui versa il pianeta Terra. Se vogliamo contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo devono necessariamente diminuire almeno del 50% entro il 2030 (Fonte: IPCC).
C’entriamo qualcosa?
Ricerche e studi hanno mostrato che le temperature medie globali hanno iniziato ad aumentare dalla seconda metà del XIX secolo. Questo fenomeno, detto “surriscaldamento globale”, è in realtà definito da scienziati ed esperti “cambiamento climatico antropogenico” perché causato da attività umane e in particolare da emissioni di CO2 nell’atmosfera dovute all’utilizzo di combustibili fossili. (Fonte: ekoenergy.org)
Tuttavia, l’impatto dell’uomo sull’ambiente non si limita alle emissioni di gas, ma è ancora più evidente in altri fenomeni spesso sottovalutati. Uno di quelli più evidenti è quello dell’abbandono dei rifiuti sulle spiagge e nel mare.
In fondo al mar
Come ben sappiamo, la nostra cultura si basa su un utilizzo sconsiderato della plastica monouso: con questo termine si intendono tutti quegli oggetti del quotidiano che usiamo una volta sola, come bottigliette di plastica, sacchetti, cannucce, posate e piatti in plastica. Gli studiosi hanno infatti confermato che i rifiuti di plastica inquinano sempre più gli oceani e i mari: 730 tonnellate di rifiuti vengono riversate ogni giorno nel mar Mediterraneo; basti pensare che entro il 2050 il peso delle plastiche presenti nei mari sarà superiore a quello dei pesci. La moderazione dell’utilizzo della plastica è, secondo la Commissione europea, uno dei punti fondamentali per raggiungere un’economia circolare nell’UE entro il 2050. (Fonte: europarl.europa.eu)
Il problema dell’inquinamento dovuto alla plastica presente nei mari colpisce gli stessi abitanti del mondo marino. Spesso infatti si sente parlare di microplastiche ingerite da pesci, le quali, tramite la catena alimentare, sono ingerite anche dagli esseri umani. Gli effetti che questo passaggio ha sulla salute umana sono ancora ignoti.
Per tentare di limitare i numerosi danni causati dalla plastica monouso che, ricordiamo, è un materiale non biodegradabile, l’UE ha adottato il divieto totale di utilizzo di questi oggetti di cui esista una versione alternativa già disponibile sul mercato: cotton fioc, posate, piatti, cannucce, bastoncini mescola bevande e contenitori per cibo in polistirene.
Nonostante quello ambientale sembri un disastro di dimensioni colossali, è importante ricordare che nel nostro piccolo ciascuno di noi può fare la differenza, partecipando per esempio alle giornate di pulizia spiagge che fortunatamente sono sempre più frequentemente organizzate da vari enti. Noi abbiamo deciso di intervistare “Bonga Surf School”, un movimento di surfisti che oltre a dedicarsi con grande passione a questo meraviglioso sport, ha deciso di dedicare del tempo anche alla pulizia della spiaggia, delle dune e della pineta di Porto Ferro.
Ospiti della spiaggia
“mare, profumo di mare… con la tavola io voglio surfare” no… com’era? Vabbè non importa.
Bonga surf school! Nome che sa di esotico e lontano e invece siamo a Porto Ferro, nel nord ovest della Sardegna.
Il movimento nasce circa 7 anni fa, un po’ di qua e un po’ di là, alla ricerca delle onde migliori fino a stabilirsi nella baia di Porto Ferro diventando un punto di riferimento per i surfisti del nord Sardegna e non.
Penserete ad un momento idilliaco tra uomo e natura incontaminata… e invece no. Purtroppo la realtà è ben diversa, fin da subito i ragazzi e le ragazze della Bonga surf school si sono ritrovati a dover fare i conti anche con la spazzatura lasciata in segno di (in)gratitudine a madre Natura.
E ciò ha dato l’input per unire l’utile al dilettevole.
Infatti non si ritrovano solo per surfare un paio d’ore, ma si sono posti come obiettivo quello di dare dignità ai luoghi che li ospitavano promuovendo l’attività di pulizia delle spiagge.
Perché sì, tra l’acqua cristallina e paesaggi mozzafiato si trovano anche cicche di sigaretta, cotton fioc, varie parti di metallo e plastica, reti da imballaggio per la pesca, boe, lattine, pezzi di container, cassette di plastica, lenze e avanzi di rete, che amorevolmente abbracciano le creature marine finchè morte non li separa, e tante altre cosucce che in teoria non dovrebbero comparire nella sezione flora e fauna del mare.

Una nuova speranza
Insegnare il rispetto per l’ambiente diventa in questo senso parte integrante del percorso formativo in spiaggia, non è più semplicemente una scuola di surf ma è anche una scuola che insegna, a partire dai giovani, che la natura è anche la nostra casa e come tale dev’essere rispettata.
I bambini, raccontano i ragazzi di Bonga, si sono abituati a pulire la spiaggia quasi sotto forma di gioco: tutto può nascere come un gioco e diventare un’abitudine.

Il lockdown ci ha reso “assetati” d’aria, e una volta fuori, ci siamo avvicinati agli sport a diretto contatto con la natura e ciò ci ha resi consapevoli di quello che ci circonda “costringendoci” a prendere delle accortezze nella vita quotidiana.
In fondo, il mare, o meglio, la natura non sarebbe più così Instagrammabile se diventasse il nuovo cassonetto del secco.

Il racconto che ci hanno fatto i ragazzi di Bonga Surf School però non termina qui! Vi invitiamo ad andare a sentire l’intervista completa nel nostro canale youtube e su Spreaker.
Ecco a voi i link:
Youtube: https://youtu.be/3OGOQfBvwN8
Spreaker: https://www.spreaker.com/user/11888656/intervistabonga-spreaker
A presto, stay tuned!
Scritto da Letizia Pala e Francesco Serra
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